Come superare la crisi energetica senza ridurre i consumi: intervista a Walter Ganapini del Comitato scientifico dell’Agenzia europea dell’ambiente e già presidente di Greenpeace
Come ottenere gli stessi benefici, gli stessi servizi energetici raggiunti finora riducendo il consumo di materie prime? Sembra una domanda ingenua od impossibile, eppure apriamo il nuovo anno interrogandoci insieme a Walter Ganapini, già presidente nazionale di Greenpeace ed attualmente componente onorario del Comitato scientifico dell’Agenzia europea dell’ambiente, su quanto il nostro modello di sviluppo sia stato estremamente intensivo nell’uso delle risorse e non si sia preoccupato dell’efficienza nell’uso di queste risorse.
Ormai è da decenni – spiega Walter Ganapini - che si sa che dobbiamo puntare sulle fonti rinnovabili di energia che hanno il pregio di essere disponibili sostanzialmente su tutto il Pianeta. Sviluppare dunque la produzione di caldo e di energia elettrica attraverso il sole, il vento, in termini ragionevoli attraverso l’energia idroelettrica e anche l’energia che può venire dai mari, dalle biomasse, il tutto opportunatamente secondo un’appropriatezza che nasce da un rapporto corretto con le risorse e con le persone.
La più importante fonte rinnovabile di cui disponiamo non sono però le energie alternative, ma l’efficienza energetica, ovvero un utilizzo migliore dell’energia esistente, che consente di ottenere gli stessi benefici, gli stessi servizi energetici, riducendo il consumo di materie prime.
Questa la strategia per dare una possibilità di vita decorosa e felice, ove è possibile, a tutta l’umanità uscendo dall’epoca in cui il 10% dell’umanità ha goduto di quella forma di sviluppo materialistica dell’età del consumismo a spese del restante 90%.
Il problema dell’energia si affronta quindi chiedendoci quanta energia stiamo consumando ora e sotto quale forma, termica, elettrica; da che fonti la ricaviamo, a quanto ammonta il fabbisogno di energia in uno scenario a medio termine, a 5/10/15 anni e ci dobbiamo porre il problema di come passare dalla situazione attuale, alla situazione di prospettiva.
In questo contesto scopriremmo, ad esempio, che in Italia abbiamo già oggi il doppio delle centrali per la produzione di energia elettrica di cui abbiamo bisogno.
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09 gennaio 2013
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