Su agricoltura, ambiente e alimentazione si gioca il futuro del pianeta. Intervista a Beppe Croce, autore del libro "La terra che vogliamo"
L’agricoltura, cioè il settore che produce il cibo di cui ci nutriamo, è oggi tra i principali responsabili di molti degli attuali gravi squilibri ambientali del pianeta: cambiamenti climatici, minore disponibilità di acque di falda e di superficie, impoverimento del suolo, deforestazione, cibi contaminati da residui chimici pericolosi per l’uomo e l’ambiente, produzione di gas serra, perdita della biodiversità.
Il volume “La terra che vogliamo. Il futuro delle campagne italiane”, curato da Sandro Angiolini e da Beppe Croce, responsabile nazionale Agricoltura di Legambiente, individua i problemi che condizionano il sistema agricolo e delinea la proposta di una nuova agricoltura, incentrata su una pluralità di approcci, accomunati dal rispetto della natura e del benessere di chi la vive.
Al di là dei proclami di chi sostiene soluzioni basate sulla tecnologia (e in particolare attraverso l’impiego massiccio degli Ogm), la strada è un’altra e passa per un’alleanza tra cittadini consapevoli e una nuova agricoltura multifunzionale e differenziata. Una coltivazione che possa agire a tutela degli ecosistemi riducendo al minimo il consumo di sostanze chimiche e i prelievi di acqua e che sia capace di contribuire alla stabilità idrogeologica del suolo, alla garanzia della sicurezza alimentare e - non ultimo - alla tutela del lavoro e della legalità.
In questo modo l’agricoltura può diventare il più importante alleato per le attuali sfide ambientali e lo sviluppo di quella green economy che, con ogni evidenza, costituisce l’unica, duratura, partecipata via d’uscita dalla crisi in cui si dibatte il nostro paese.
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10 aprile 2014
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