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Intervista a Alessandra Prampolini su clima e biodiversità

La perdita di biodiversità va di pari passo con l'emergenza climatica: ecco perché. Ascolta il podcast

Cambiamenti climatici e perdita della biodiversità rappresentano due facce della stessa crisi planetaria. Come ci spiega Alessandra Prampolini, direttrice generale del WWF Italia, l’80 per cento della perdita di biodiversità è causata dall’agricoltura e dall’allevamento, che sono responsabili anche del 24 per cento delle emissioni nocive. Cosa dobbiamo cambiare?

  • Ascolta il podcast con l'intervista a Alessandra Prampolini, direttrice generale di WWF Italia

I sistemi agroalimentari devono essere rivisti alla luce delle necessità umane e dei limiti del pianeta e vanno modificati sia dal punto di vista della produzione che da quello del consumo. Per come sono oggi, hanno impatti eccessivi sul pianeta e non sono efficienti né per quanto riguarda la distribuzione - pensiamo al tema dei rifiuti e a quello della fame nel mondo - né per quanto concerne la salute, perché la gran parte del cibo che produciamo non è salutare.

La qualità del cibo è strettamente legata alla tutela della biodiversità: in tal senso un fenomeno spesso ignorato è la progressiva perdita del prezioso esercito degli insetti impollinatori con una riduzione del 70 per cento, negli ultimi 30 anni, degli insetti più comuni come api selvatiche, farfalle e coleotteri. Ben l’80 per cento delle 1.400 piante da cui si produce cibo nel mondo richiede l’impollinazione e il venir meno di questo servizio ecosistemico fa crollare le possibilità di portare in tavola alimenti che garantiscono la nostra salute e il nostro sostentamento.

Ci sono poi tante altre specie animali che sono preziose alleate nel contrasto al cambiamento climatico. Elefanti, gibboni e macachi svolgono un ruolo essenziale per diffondere i semi di molte specie arboree, e in questo modo contribuiscono all’espansione della biodiversità in habitat anche molto diversi fra di loro. In vita, le balene accumulano carbonio nei tessuti e quando muoiono lo depositano sui fondali marini: ogni balena adulta cattura in media 33 tonnellate di CO2. Anche le formiche, con il loro instancabile lavoro, generano una serie di reazioni chimiche che facilitano assorbimento della CO2 da parte del suolo: i suoli abitati da formiche hanno una capacità di assorbimento 300 volte superiore rispetto agli altri.

In tempo di pandemia ci siamo ricordati di quanto siamo umani. Non solo consumatori, ma umani, animali inseriti in un sistema natura che ha le sue leggi. Con i lockdown e le persone bloccate, molti cittadini hanno avuto modo di ragionare sull'importanza dell'ambiente in cui si vive, di spazi verdi, aria pulita, luoghi naturali. Credo che si siano rafforzati i nostri due grandi messaggi di combattere la crisi climatica e invertire la curva della perdita di biodiversità.

Per maggiori informazioni:

WWF Italia

19 novembre 2022

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