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Intervista a Nicola Nurra sull’era del Plasticene

La plastica sta riscrivendo la storia della Terra, tra crisi ambientale e impatto sulla salute umana. Ascolta il podcast

È nata come una rivoluzione industriale, ma in poco più di un secolo la plastica è diventata una delle minacce più gravi per il nostro Pianeta. Con milioni di tonnellate disperse nell’ambiente, frammenti invisibili che entrano nel nostro organismo e un impatto diretto sulla biodiversità, la plastica sta riscrivendo la storia della Terra.

Ne abbiamo parliamo con Nicola Nurra, biologo marino, docente all’Università di Torino e autore di Plasticene. L'epoca che riscrive la nostra storia sulla Terra.

"Pensate a un acquario domestico ricco di decine di specie che avete curato per mesi. Poi un giorno iniziate a introdurre nell’acquario specie nuove, che si alimentano di quelle presenti e non hanno nessuno che le predi. In più manomettete la pompa dell’acqua, facendo calare il livello di ossigeno e modificando il pH. Infine decidete di riempire quell’acquario di sporcizie, buste e imballaggi, fino a quando dei pesci presenti all’inizio non saranno sopravvissuti che due o tre. Ecco, per quanto folle possa sembrare, questo è ciò che abbiamo fatto alla flora e alla fauna marina e terrestre nell’arco di poco più di un secolo. Eppure non è troppo tardi per rimediare."

Con questa descrizione contenuta nel volume Plasticene. L'epoca che riscrive la nostra storia sulla Terra (edizioni Il Saggiatore), Nicola Nurra, biologo marino e docente all’Università di Torino, ci conduce nel mondo del Plasticene, un periodo storico senza precedenti, in cui un prodotto inesistente prima della sua creazione da parte dell’uomo – la plastica – si è imposto in pochissimo tempo come una tra le principali cause di una devastazione ambientale che sta mostrando i suoi effetti anche sulla nostra salute.

Ognuno di noi ingerisce fino a 11.000 particelle di micro e nanoplastiche all'anno. Questi minuscoli frammenti, prodotti dalla lenta e inesorabile degradazione della plastica dispersa nell'ambiente, si accompagnano a sostanze nocive, entrando silenziosamente nel nostro organismo con conseguenze dannose ancora in fase di studio.

Nicola Nurra affronta in profondità l'era in cui viviamo, discutendo di crisi climatica e dell'inarrestabile avanzata della plastica nei nostri mari. Siamo pienamente nell'Antropocene, un'era in cui la plastica è diventata un problema di proporzioni gigantesche, al pari del cambiamento climatico, del consumo del suolo e dell'inquinamento chimico. I processi irreversibili innescati dalla rivoluzione industriale rischiano di trasformare il nostro Pianeta in un luogo non più abitabile a causa dello stile di vita sconsiderato del genere umano.

Un esempio toccante della fragilità del nostro ecosistema è la minaccia alle "sea angels", minuscole e incantevoli forme di vita marine. La loro eventuale scomparsa avrebbe ripercussioni gravissime su altri viventi, fino a influenzare la nostra stessa specie. Non esiste separazione, non c'è distanza: ogni zona, ogni animale, vegetale o umano, è profondamente interconnesso.

Questo processo inarrestabile porterà non solo a una drastica perdita di biodiversità, ma anche a veri e propri cambiamenti geografici, come quello della Repubblica di Kiribati, nazione responsabile di una minima parte delle emissioni globali di CO2 ma destinata a scomparire a causa del riscaldamento globale e dell'innalzamento del livello degli oceani.

Fortunatamente non mancano quanti irrimediabilmente si oppongono a un destino che sembra ineluttabile: da chi da anni fa informazione sul tema a chi progetta sistemi di analisi della biosfera sempre più precisi, da chi lotta politicamente per intervenire sulle emissioni inquinanti a chi, semplicemente, ha deciso che vuole ancora avere un futuro, una casa, una speranza.

Plasticene è una narrazione scientifica allo stesso tempo inquietante e affascinante, in cui i dati si alternano all’osservazione diretta della trasformazione in atto nei nostri fiumi, laghi, mari e oceani. Un assordante campanello d’allarme cui però possiamo ancora dare risposta, riuscendo a salvare, insieme al Pianeta, anche quella bizzarra specie di mammiferi bipedi e onnivori che lo abita da qualche centinaio di migliaia di anni.

18 luglio 2025

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