Come guardare in faccia le mafie e coltivare nuova speranza nelle terre confiscate. Intervista ad Enza Rando, rappresentante legale di Libera
Sono trascorsi 18 anni dall’entrata in vigore della legge n.109/96 sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie.
I patrimoni recuperati alla criminalità organizzata sono diventati risorse per lo sviluppo sociale ed economico del territorio, attraverso la creazione di cooperative autonome, autosufficienti e durature. Aziende in grado di dare lavoro in terre dove elevatissima è la disoccupazione giovanile, e proporre un sistema economico virtuoso, basato sulla legalità, sulla giustizia sociale e sull’attenzione all’ambiente, mediante la promozione della coltivazione biologica dei terreni.
Di tutto questo si occupa Libera Terra, il progetto di “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, l’associazione fondata nel 1995 da Don Luigi Ciotti con l’intento di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e promuovere la cultura della legalità.
Attualmente Libera è un coordinamento di oltre 1.500 associazioni, gruppi, scuole, realtà di base, impegnate per costruire sinergie politico-culturali e organizzative capaci di promuovere attività di educazione alla legalità democratica nelle scuole, di lotta alla corruzione, oltre a campi di formazione antimafia, progetti sul lavoro e lo sviluppo, attività antiusura e tante altre.
A Latina il prossimo 22 marzo si svolgerà la principale iniziativa annuale dell’associazione “Radici della memoria, frutti dell’impegno”, diciannovesima edizione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie.
Verranno ricordati oltre 900 nomi di vittime innocenti della malavita, semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell’ ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perché, con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere.
Per informazioni:
www.libera.it
06 marzo 2014
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