Intervista a Umberto Martini, presidente nazionale del CAI, in occasione del 150° anniversario della fondazione
Il Club Alpino Italiano compie 150 anni ma non li dimostra. La più antica associazione italiana, fondata nel lontano 1863 dal Ministro Quintino Sella due anni dopo la proclamazione dell’unità di Italia, è passata indenne attraverso eventi epocali e due guerre mondiali, promuovendo diversi modi di andare in montagna, dall’alpinismo eroico delle origini all’escursionismo per tutti e all’attenzione alla tutela dell’ambiente montano.
Dai pochi aristocratici fondatori è ora un’ampia associazione popolare di oltre 315.000 soci che, sotto la guida del presidente nazionale Umberto Martini, coniugano passione per la montagna, rispetto per l’ambiente e attenzione per la natura. Un secolo e mezzo di storia per un’unica missione: divulgare l’amore per la montagna al maggior numero di persone, mantenendosi ancorati alla tradizione ma riuscendo contemporaneamente ad intercettare le esigenze delle nuove generazioni. Lo slogan individuato per l’anniversario “CAI 150 - La montagna unisce”, sottolinea il contributo che il CAI ha dato e continuerà a dare per il ruolo che la montagna e le sue popolazioni hanno svolto e sono chiamate a svolgere nel futuro del nostro paese.
Un’associazione che di fronte alle emergenze ambientali si interroga sempre più come l’uomo possa tutelare la montagna ed il suo patrimonio naturale e culturale, promuovendo occasioni di sviluppo rispettoso dell’ambiente e delle scelte di vita di quanti continuano a credere e a vivere nelle terre alte. Per festeggiare l’anniversario sono previsti migliaia di appuntamenti nelle 490 sezioni (e oltre 300 sottosezioni) che, dalle Alpi alla Sicilia, uniscono in una cordata ideale gli oltre 320 mila soci.
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11 luglio 2013
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