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Usare le idee per educare al cambiamento

Intervista al prof. Andrea Canevaro, docente di Pedagogia speciale all'Università di Bologna e autore di numerose pubblicazioni in ambito pedagogico e culturale

L’attenzione all'ambiente e al cambiamento responsabile risalgono ai tempi in cui l’uomo ha scoperto l’agricoltura. Come spiega colui che è ritenuto il padre della pedagogia speciale in Italia Andrea Canevaro, studioso di prestigio internazionale e docente all'Università di Bologna, oltre ad autore di numerose pubblicazioni in ambito pedagogico e culturale, lavorare la terra significa per l’agricoltore pianificare il futuro con i piedi ben piantati sul presente, guardando sia la zolla di terra, ovvero quanto va fatto oggi, sia il cielo, in cui si legge ciò che si dovrà fare domani.

Il rispetto dell’ambiente si realizza quindi costruendo un rapporto con esso che permetta di leggervi “le cose che bisogna fare”, nel presente e nel futuro. In altre parole, significa mettersi in ascolto dell’ambiente e delle sue risorse per capire quello che possono offrirci.

Purtroppo oggi, rispetto al passato, si fa sempre più fatica a dare retta all'ambiente perché non c’è più il tempo di “ascoltare” la sua voce e questo apre la strada a una serie di derive calamitose, dal cattivo uso del territorio ai danni ambientali e all'illegalità diffusa.

Da qui l’importanza di lavorare con l’ambiente senza offenderlo, senza farlo diventare un oggetto di consumo: nasce la “coscienza ambientale”. Entriamo così in quello che, come persone che vivono e si occupano dell’ambiente, dovrebbe essere il nostro futuro, cioè l’economia della conoscenza, profondamente diversa da quella dello scambio. Se ognuno di noi ha un uovo e lo scambia col vicino alla fine ognuno di noi avrà un uovo. Se uno ha un’idea e la scambia col vicino, alla fine avremo molte idee in più ciascuno. L’economia della conoscenza è quella delle idee, mentre quella dell’uovo è l’economia della materia, dei consumi.

Entrando nell’economia della conoscenza la sfida diventa quella di costruire una coscienza dell’ambiente accogliente, che rispetta l’ambiente per conoscerlo e non consumarlo e che promuove condizioni di benessere e di accesso alle opportunità distribuite in maniera equa, senza alimentare ingiustizie e diseguaglianze.

Per informazioni: Università di Bologna

15 settembre 2017

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