Come custodire la biodiversità? Intervista a Piero Genovesi, responsabile dell’Area gestione e conservazione della fauna dell’Istituto superiore per la prevenzione e la ricerca ambientale
Ascolta l’intervista a Piero Genovesi sull’impegno per il monitoraggio della biodiversità dell’area gestione e conservazione della fauna dell’ISPRA
Con oltre 58.000 specie viventi, siamo il Paese con la maggiore biodiversità in Europa. Il territorio italiano è un ponte tra l’Europa continentale e il cuore del Mediterraneo, con regioni molto differenziate dall’ambito alpino a quello tipicamente mediterraneo e con condizioni ecologiche ed ambientali estremamente diversificate.
Il patrimonio di biodiversità del nostro Paese è una ricchezza che riguarda tutti. Ecosistemi in buona salute, infatti, regolano gli equilibri naturali e forniscono elementi di base della nostra vita, come aria pulita e acqua potabile, da cui dipendono attività essenziali come l’agricoltura, la pesca o lo sfruttamento delle foreste.
Un patrimonio che però è a rischio, a causa dei cambiamenti climatici e dell’impatto sull’ambiente delle attività umane. Non è più il tempo dei ritmi lenti dell’evoluzione, oggi servono capacità di adattamento estremamente rapide come spiega Piero Genovesi, responsabile dell’area gestione e conservazione della fauna servizio di consulenza faunistica dell’Istituto superiore per la prevenzione e la ricerca ambientale. Il Mediterraneo è infatti una delle aree più a rischio per i cambiamenti climatici, per l’estinzione di specie, e di converso per l’invasione di specie aliene: sono oltre 3mila quelle presenti in Italia che causano da tempo in Italia impatti sulla biodiversità (ad es. scoiattolo grigio, tartaruga palustredalle guance rosse), sulle attività economiche (ad es. nutria) e sulla salute umana (ad es. zanzara tigre). Vie di ingresso privilegiate sono porti e aeroporti dove merci e persone possono fungere da vettori volontari o inconsapevoli.
Rendere compatibili la conservazione delle risorse naturali con le attività dell’uomo è quindi una sfida complessa, che deve basarsi su un’attenta analisi dello stato di conservazione delle specie e degli habitat naturali, una costante valutazione dei trend delle diverse specie, e una verifica dei fattori di minaccia che ne influenzano le prospettive future.
Per informazioni:
http://www.isprambiente.gov.it...
06 aprile 2017
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