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Le macchine possono salvare il pianeta?

Quanto l’avvento delle macchine ha modificato i nostri desideri e il nostro ambiente. Intervista al professor Remo Bodei filosofo e docente alla University of California

Quali margini di umanità sono concessi nell’era delle macchine? In un mondo dove la tecnologia evolve sempre più velocemente, come cambia e come continueranno a cambiare il lavoro, il tempo libero, l’ambiente che ci circonda e anche i nostri desideri?

A queste domande risponde Remo Bodei, filosofo, docente alla University of California di Los Angeles e presidente del Comitato scientifico del Festival della Filosofia di Modena.

Le macchine, dalla loro apparizione fino all'avvento della robotica, hanno drasticamente modificato il sistema produttivo, come anche la società dei consumi e l’impatto sull'ambiente.

Da una sostanziale diffidenza verso le macchine, intese in epoca antica e medievale come artifizi per andare contro natura - il termine meccanica deriva dal greco astuzia - si è passati ad epoche, da Galileo in poi, in cui non solo sono state rivalutate le macchine, ma si è arrivati a dare loro più valore che agli uomini.

Nella prima rivoluzione industriale, nel corso dell’Ottocento, l'ampia produzione e la povertà operaia hanno creato un divario tra sovrapproduzione e sottoconsumo e per stringere la forbice si è creato il consumismo, facendo leva sul desiderio dei beni. E purtroppo a farne le spese hanno iniziato ad essere le risorse naturali, fonte primaria delle macchine, che le utilizzano trasformandole in energia e movimento. Da allora ad oggi la natura è stata sempre più saccheggiata dall'uomo, che ha posto e continua a porre delle nuove sfide alla biosfera.

Le possibili soluzioni? Non solo consumare di meno, in quanto persone abituate a comprare non riusciranno a seguire le diete di non consumo, quanto anche e soprattutto imparare ad usare l'enorme quantità di tempo che le macchine hanno permesso di liberare per correggere le ingiustizie sociali e per difendere il nostro pianeta come un bene pubblico da salvaguardare.

La vera astuzia, oggi, è servirsi della natura e delle sue forze per farle sentire più vicine a noi.

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23 novembre 2017

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